i diritti non vanno in vacanza

Possiamo copiare l’ordine del giorno di Milano, la delibera di Torino, fare riferimento ai documenti dell’ARCI Gay o dei gruppi di lavoro del Movimento 5 stelle. Tutti i contributi sono utili. Ma finché l’approccio sarà quello di portare a discutere in Consiglio Comunale una proposta, per bella e completa che sia, individuata da uno o più consiglieri o amministratori “illuminati”, la questione del riconoscimento di uguali diritti alle persone e alle coppie indipendentemente dal loro stato civile sarà sempre una questione riservata a pochi intimi appassionati.

Magari potrà conquistare le prime pagine dei giornali locali, commenti nei bar più o meno morbosi o triviali. Ma sarà sempre argomento di nicchia.

In gioco non ci sono questioni di principio, attrezzature da intellettuali ideologizzati. In gioco c’è la vita quotidiana di persone in carne ed ossa. “Difficoltà concrete, battaglie quotidiane, fatica di vivere” (per citare Scalfarotto)

Questa è la ragione per cui un dibattito nel chiuso di Palazzo Rosso non è sufficiente. Togliamo le bandierine e andiamo in mezzo alle persone.  Abbiamo la possibilità di farlo con i pochi, rudimentali strumenti di partecipazione che lo Statuto del Comune di Alessandria ci consegna.

Scegliamo insieme – partiti, movimenti, associazioni, singoli cittadini e cittadine – un testo condiviso, praticabile, legittimo, realmente sostenibile e avviamo una campagna di raccolta firme per l’adozione di una delibera consiliare di iniziativa popolare.

Sarebbe la prima a memoria di alessandrino e che fosse sui diritti civili sarebbe bello, no?

Facciamolo da subito. Perché il dissesto non ci deve privare della speranza nel futuro, perché i diritti non vanno in vacanza.

Con l’augurio che tra i primi firmatari ci siano i membri di Giunta e Consiglio.

Qui  c’è il testo della raccolta di firme che ha proposto ABC , senza inventare niente, semplicemente riprendendo il testo di Torino. Il consigliere comunale Claudio Lombardi per SEL ha presentato una analoga proposta di deliberazione basata sul testo approvato a Milano, e altrettanto ha fatto il gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle.