Azienda speciale: si poteva e si può

La Corte dei Conti del Lazio pone la parola fine alla “querelle” sulla legittimità del poter costituire per il Comune una nuova azienda, lo fa con il parere 9 gennaio 2013 n. 2  .

Con una levità anche sorprendente: “è, poi, appena il caso di evidenziare che l’azienda speciale, quale ente strumentale dell’ente locale, di cui all’art. 114 del TUEL, non rientra, per espressa previsione normativa, al pari delle istituzioni, tra “gli enti, agenzie e organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica che esercitino una o più funzioni fondamentali e funzioni amministrative loro conferite, ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione, di cui al richiamato art. 9, comma 6, del D.L. n. 95 del 2012.”

Ma la sentenza affronta anche il caso interessante e che potrebbe essere una strada da seguire dicostruire insieme trasformazione di una S.r.l. multi servizi in Azienda Speciale. In pratica la possibilità di dare una prima, parziale soluzione alla crisi Aspal.

Il Comune di Frosinone chiede infatti poter trasformare la propria “Servizi Strumentali s.r.l.” (che attualmente gestisce i servizi più disparati: da quelli cimiteriali, al verde pubblico, ai parcheggi, alla gestione di alcuni tributi, fino, appunto ai nidi, ai servizi culturali e ad alcuni servizi sociali) in azienda speciale per la gestione dei servizi sociali, educativi e culturali.

La Corte, dopo aver confermato che l’obbligo di “privatizzazione” delle quote di partecipazione pubblica non si applicano alle società che svolgono “servizi di interesse generale anche aventi rilevanza economica”, anche citando la disciplina e la giurisprudenza comunitaria,  ammette la possibilità della trasformazione da S.r.l. in azienda speciale per la gestione dei servizi sociali, educativi e culturali.

Soluzione, quella dell’azienda speciale che, fatta salva la necessaria “valutazione sulla convenienza economica dell’operazione nonché una valutazione prospettica (…) sulla tenuta e sulla salvaguardia degli equilibri finanziari complessivi della gestione”, consentirebbe di superare i vincoli di assunzione e quelli imposti dal patto di stabilità.

Un lavoro di squadra per Costruire Insieme

Un ordine del giorno approvato dal Parlamento: questo è il risultato di un lavoro di squadra.

Il decreto sulla spending review arrivato alla Camera dei Deputati e sul quale già al Senato era stata chiesta la fiducia ha molti difetti, tra questi introduceva una insopportabile differenza tra i Comuni che avevano già istituito Aziende Speciali ai sensi del TUEL per gestire servizi educativi, socio assistenziali e culturali (che scampavano alla chiusura grazie all’art. 1 bis del comma 9) e Comuni che volevano attivare la stessa procedura.

Il comma 6 dello stesso articolo 9 prevedeva, infatti il “divieto agli enti locali di istituire enti, agenzie e organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica, che esercitino una o più funzioni fondamentali e funzioni amministrative loro conferite ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione”.

Una mina vagante sulla potestà organizzativa dei Comuni, in aperto contrasto con l’ultima sentenza della Corte Costituzionale sui servizi pubblici locali.

Una mina ancora più insopportabile per il Comune di Alessandria dove una tattica dilatoria messa in campi dagli oppositori alla scelta dell’Azienda Speciale (e fautori dell’appalto alle cooperative?), non aveva consentito di approvare questa scelta (sostenuta dalla RSU, da 5500 firme e dalla Sindaca fin dalla campagna elettorale) prima dell’uscita del decreto.

Ci si sarebbe trovati paradossalmente di fronte all’approvazione di un atto che avrebbe avuto dubbi di legittimità, vista la fumosità del comma in questione.

Abbiamo proposto emendamenti, resi vani dalla fiducia alla Camera, quindi un ordine del giorno che è stato presentato dai deputati Fiorio e Lovelli e che è stato fatto proprio dal Governo.

L’ordine del giorno (il n. 9/5389/108) “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni […] allo scopo di prevedere espressa esclusione delle aziende speciali e delle istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali anche dall’applicazione delcomma 6 dell’articolo 9.

L’ordine del giorno consente di avviare un percorso senza ombre per la nuova azienda “Costruire Insieme” che sarà deliberata dal Consiglio Comunale di Alessandria, di salvaguardare i servizi educativi e di dare una prospettiva stabile di occupazione ai precari dei nidi di Alessandria, che – nonostante la loro pluriennale esperienza – per effetto del mancato rispetto del patto di stabilità sarebbero stati messi alla porta.